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Oratorio
Il messaggio dell’Arcivescovo per l’anno oratoriano
Pubblichiamo il messaggio dell’Arcivescovo mons. Mario Delpini per l’anno oratoriano. Il testo lo stiamo distribuendo a tutti i nostri ragazzi dopo avere celebrato la giornata d’inizio d’anno del nostro oratorio domenica 14 ottobre.
1.Benedico l’inizio dell’anno oratoriano.
L’inizio dell’anno oratoriano è la “festa degli oratori”. Infatti è la festa della partenza: partire è festa perché c’è una meta da raggiungere, c’è una compagnia che condivide, c’è la fierezza di non stare fermi.
La meta da raggiungere, il traguardo desiderabile è la gioia di Dio, il suo Regno, la vita di Dio in noi. Si può anche chiamarla santità: quella vissuta da molti, come per esempio Papa Paolo VI, che è stato nostro Arcivescovo, don Francesco Spinelli, mons. Oscar Romero che Papa Francesco iscriverà tra i santi canonizzati nel mese di ottobre. Si mettono in cammino quelli che credono alla promessa di Dio: sanno che di Dio ci si può fidare. Non cercano la gloria, sanno che è solo fumo. Non cercano guadagni, sanno che per chi ha sete, nessuna bevanda che si compri al mercato può bastare. Cercano la gioia e sanno che non ci sono mercanti di gioia. Perciò si mettono in cammino verso la terra promessa da Dio: Via così!
La compagnia che condivide è l’amicizia sana, limpida, allegra di coloro che guardano insieme verso la meta e si aiutano e si incoraggiano gli uni gli altri. L’amicizia non è la compagnia degli stupidi, che si divertono a fare danni, non è il gruppo degli sfaticati, che si adagiano nello sperpero del tempo tra chiacchiere e sciocchezze, non è la zavorra dei burloni, che paralizzano con il disprezzo ogni slancio. L’amicizia è quella stima che fa apprezzare gli altri come presenze che sostengono nell’impresa, è quella confidenza delle cose importanti che rende partecipi dei segreti di Dio: «vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi» (Gv15,15).
Nessuno può attraversare il deserto da solo, ma coloro che hanno stretto un patto di amicizia possono affrontare ogni sfida. Insieme! Siano benedette tutte le persone, preti, diaconi, consacrati e consacrate, educatori e animatori, volontari e collaboratori che accompagnano i ragazzi e le attività dell’oratorio. Fare il bene fa bene anche a chi lo compie. Così si cresce: insieme! Via così!
La fierezza di non stare fermi fa crescere la stima di sé. La stima di sé non è la presunzione degli esibizionisti che si illudono di essere perfetti e invincibili, come i personaggi dei cartoni. La stima di sé non è quello di stare a guardarsi allo specchio, per trovarsi tanto carini e pensarsi tanto attraenti. La stima di sé non è l’ingenuità di chi si crede capace di tutto, solo perché non ha mai fatto niente.
La stima di sé è piuttosto la gratitudine per i doni, le doti, i talenti ricevuti che nell’esperienza dei gesti minimi si accorge che è capace di fare il bene, di dare gioia, di farsi amare. La stima di sé sconfigge il complesso di inferiorità che suggerisce di stare fermi perché “tanto non sei capace”. La stima di sé si esprime nel sapere che così come sei fatto, anche con limiti e difetti e peccati, proprio così come sei fatto, sei adatto alla vita. Perciò avanti! Via così!
2.Benedico la fedeltà alle proposte oratoriane.
Non benedico solo l’inizio. Benedico anche la perseveranza. Alcuni sono tentati di ridurre l’oratorio all’oratorio estivo, qualche settimana di impegno, di amicizia, di cose ben fatte. Invece l’oratorio propone un cammino che si distende per tutto l’anno.
Credo che sarebbe utile che durante l’anno si chiamino tutti a rinnovare la festa, la fierezza, la compagnia di una meta da continuare a desiderare. Io mi immagino che a gennaio, nelle feste di sant’Agnese per le ragazze, di san Sebastiano per i ragazzi, e di san Giovanni Bosco per tutti, si celebri la festa della perseveranza. Si rifletta e si preghi insieme per la responsabilità educativa. Si fermi un po’ la frenesia delle iniziative per rinnovare l’invito, rilanciare le proposte a venire e stanare le pigrizie.
3.Benedico le verifiche.
Non benedico solo gli inizi, non benedico solo la fedeltà. Benedico anche le conclusioni, le verifiche, i momenti per dire grazie e fare autocritica.
La conclusione dell’anno oratoriano e l’apertura dell’oratorio estivo è il momento opportuno per chiamare tutti i collaboratori a verificare il cammino compiuto. La verifica non è solo la serata in cui si rivedono insieme le foto degli eventi dell’anno. È invece il momento per un confronto con le intenzioni originarie, le indicazioni che io stesso ho scritto in questo messaggio, le vicende dell’anno e le grazie ricevute. La verifica per i cristiani non è un bilancio che fa i conti e misura i risultati, è piuttosto un esercizio di verità che si mette in ascolto del Signore per rendere grazie, riflettere sulle proposte e sulle risposte, riconoscere inadempienze e inadeguatezze e ripartire, fiduciosi e lieti.
DECALOGO DEGLI ORATORI
1. L’oratorio accoglie tutti, per insegnare a tutti la via della vita.
2. L’oratorio è la casa dove la Comunità educante accompagna le giovani generazioni sui cammini della fede, della speranza, della carità.
3. L’oratorio organizza il tempo, per celebrare le feste e per vivere lieti i giorni feriali.
4. L’oratorio non basta a se stesso: accoglie le proposte che la Diocesi offre tramite la FOM, vive un rapporto necessario con la Parrocchia, la Comunità Pastorale, le proposte diocesane e il Decanato.
5. L’oratorio è per rivelare che la vita è una vocazione. Tutti sono in cammino verso la stessa meta, ma non tutti percorrono la stessa strada.
6. Tutti sono chiamati alla felicità e alla santità, ma diversa è la via dei piccoli e quella dei grandi, diversa la via dei ragazzi e quella delle ragazze. L’oratorio offre per ciascuno una proposta adatta.
7. L’oratorio insegna che si possiede veramente solo quello che veramente si dona.
8. L’oratorio è scuola di verità: tu non sei tutto, tu non sei il centro del mondo, tu non sei fatto per morire, tu non vivi solo per te stesso.
9. L’oratorio è per tutti, ma non è tutto. In oratorio si favorisce il convergere di tutte le forme di attenzione educativa presenti nel territorio: i gruppi cristiani, la scuola, le associazioni sportive, i gruppi culturali, musicali, teatrali, per l’unità nella pluralità.
10. L’oratorio è per tutti, ma non per sempre. L’oratorio educa ragazzi e adolescenti per introdurre alla giovinezza cristiana, tempo di responsabilità da vivere negli ambienti adulti portando a compimento la propria vocazione.
Oratorio estivo. Don Alessandro spiega lo slogan: “DettoFatto”
Dal 12 al 30 giugno riparte l’oratorio estivo, riservato ai ragazzi dalla 2.a Elementare alla 3.a Media, con lo slogan “DettoFatto”.
Il programma:
lunedì e venerdì dalle 14.15 alle 17.45
martedì dalle 8.30 alle 17.45 (iniziamo con la S.Messa)
mercoledì e giovedì dalle 9.15 alle 17.45
I giorni interi: pranzo al sacco
Quota di iscrizione:
10 euro a settimana + 10 euro una tantum (maglietta, braccialetto, squadra e libretto preghiera). I fratelli pagano metà quota settimanale
Gita e piscina: costo a parte
DettoFatto è lo slogan dell’Oratorio estivo 2017. Ripetendolo e rendendolo familiare giorno per giorno, impareremo a meravigliarci di fronte alla forza creatrice di Dio che si è rivelata nella realtà: “Dio disse” e tutte le cose furono fatte. Ci proponiamo di imparare il Suo sguardo, per provare il suo stesso stupore di fronte a quanto ha voluto fare: “Dio vide che era cosa buona”, fino a cantare “Meravigliose sono le tue opere”.
Non cercheremo una risposta scientifica alla domanda: “Come si è formato il mondo?, perché non è questo l’intento del testo biblico, ma andremo più in profondità, per aiutare i ragazzi, dai più piccoli ai più grandi, a comprendere “perché” esiste il tutto e quale sia il senso della natura e delle cose che ci circondano.
Diremo ogni giorno ai ragazzi, di fronte alla bellezza e alla varietà del mondo, che all’origine di tutto esiste il pensiero buono di Dio che ha voluto un universo ordinato, in cui ci fossimo dentro anche noi; scopriremo la natura in relazione con l’uomo e con la donna e con tutta la fecondità di Dio, Padre e Creatore, che ci rivela il suo Verbo, per mezzo del quale “tutte le cose sono state create, e l’azione forte del suo Spirito “che dà la vita. Proveremo a contemplare il mistero della Trinità guardando a tutta la creazione e scorgendone l’opera meravigliosa di Dio.
L’Oratorio estivo 2017 proporrà quindi ai ragazzi una apertura a tutto il creato per vivere giorni di bellezza e di contemplazione di tutto ciò che è buono, lasciando che ogni ragazzo e ogni ragazza possano guardare, stupirsi, conoscere, contemplare e benedire.
Sarà come stare innanzi all’universo intero e vedere, un poco alla volta, le cose con lo sguardo del Creatore. La narrazione dei giorni della creazione ci rivela un mondo ordinato, perché voluto e desiderato pezzo per pezzo, costruito un poco alla volta, in un lavoro creativo che ha determinato una continua «accensione» di realtà, tessuta insieme come in un mosaico, fino alla gioia per aver visto compiere tutte le cose, per aver detto e fatto bene ogni cosa.
I giorni dell’Oratorio estivo ripercorreranno le stesse “tappe” della creazione, alla scoperta non solo di che cos’è che fa il mondo, ma del significato profondo che hanno tutte le cose in relazione, di ciò che si scopre di esse contemplandole insieme.
Accostando l’origine di tutte le cose e vedendole tutte in relazione, i ragazzi potranno comprendere che la propria vita è inserita in un grande progetto, unico e irripetibile, dove ciascuno è stato desiderato, per essere immagine di Dio e vivere nel mondo assomigliandogli, segno della sua carità e della sua presenza. La relazione fra di noi, nell’amicizia, nei legami familiari e più compiutamente nell’amore, rende possibile questa somiglianza che ci rende non solo delle semplici creature ma delle persone amate da Dio che sanno amare come Dio.
Impareremo inoltre che Dio non ha smesso di agire nel creato. Ci sono la sua Presenza e la sua benedizione che continuano nel tempo. La sua intenzione è che ogni cosa arrivi al suo compimento, perché in essa, in ogni creatura, Lui stesso ha messo il germe della sua bontà. Prezioso strumento sono i Vangeli, che descrivono in modo molto chiaro il rapporto che Gesù aveva con il creato; sono soprattutto le parabole a testimoniarci l’attenzione e la profondità con cui Gesù guardava al creato. La semina, l’opera dal lievito nella pasta, la vita degli uccelli del cielo e dei gigli del campo… diventano occasioni per parlare del regno di dio. Ma ciò è possibile solo in presenza di una capacità contemplativa, che sa scorgere dietro alle faccende quotidiane un rimando al Mistero di Dio.
Contemplando il creato, lo sguardo attento di Gesù sa riconoscere l’opera della provvidenza del Padre, che ha cura di tutti gli uomini e le donne. Inoltre, di fronte al creato Gesù rimane profondamente libero: è chiaro ai suoi occhi l’ordine da cui l’universo è retto. Anzitutto c’è Dio con la sua provvidente bontà, poi c’è l’uomo con la sua responsabile operosità, infine il resto della creazione donata da Dio all’uomo per servirsene bene a vantaggio di tutti.
Questa affascinante proposta verrà come sempre sostenuta dalla intelligente ed appassionata presenza dei nostri adolescenti, che darà ancora sapore e colore ai primi giorni di vacanza dei più piccoli. Ad essi va fin d’ora l’apprezzamento e la gratitudine di tutta la comunità.
Don Alessandro
Un ottobre vorticoso
Un torrente vorticoso. Se mi guardo alle spalle e provo a riconsiderare le ultime settimane di ottobre, è questa l’immagine che subito mi si affaccia. Provo a ripercorrere l’agenda: inizio dei catechismi, Festa dell’Oratorio e incontro con don Cristiano, Giornata inizio Cavalieri al Monte Stella, incontro col vescovo Adelio dell’Oro e Santa Cresima, Esercizi spirituali, Festa di All Hallow’s Eve (Vigilia della Festa dei Santi). Il torrente porta continuamente acqua nuova, fresca e spumeggiante che rinvigorisce la vita dei luoghi attraversati; qualche volta è anche vorticoso, un po’ troppo veloce e stargli dietro può rivelarsi una mezza impresa. Ma che ci volete fare! Lo Spirito Santo è sempre all’opera, ed è un tipo con le bollicine dentro. Per cui, per provare a non perder niente dalla memoria, brevemente un flash su ogni tratto di questo grande mese di ottobre.
Inizio dei catechismi: ovvero tornare a guardare sguardi e volti assetati di Vita e di amicizia, associare ogni volto a un nome da portare nella preghiera al buon Dio, e provare a giocarsela in quell’ora scarsa perché un Altro possa fare capolino tra parole, canti, giochi e amici.
Festa dell’Oratorio: la commozione di vedere “tutti” i miei ragazzi alla Messa e la gratitudine per tanti adulti (che non hanno nient’altro da fare!!!) che si mettono in gioco in una comunione vissuta per accompagnare questi giovani amici nella grande avventura della Fede. Ma anche la grande testimonianza di don Cristiano, che ci ha raccontato di come, nel dir di sì ogni giorno a Gesù, sta scoprendo il compiersi entusiasmante di una promessa per la sua vita intuita parecchi anni prima.
Ben 1200 Cavalieri di Sobieski al Monte Stella: sono queste le cifre da capogiro di un gesto incredibile svoltosi in una domenica quasi primaverile di metà ottobre. Dalla Liguria, dalla Svizzera e dal Piemonte, oltre che da tutta la Lombardia, tutti questi ragazzi hanno risposto a un invito che papa Francesco ha fatto a tutti i giovani pochi mesi fa durante il Giubileo dei ragazzi: “Mai vivacchiare, ma vivere!”. Coinvolti in canti e balli scatenati, i ragazzi hanno giocato tenendo conto dei loro desideri più profondi e hanno così scelto a quale gioco-app da smartphone appassionarsi. Ma ecco alcune loro parole catturate al volo: “È stato fantastico! Un pomeriggio speciale passato in amicizia, divertimento, allegria. Il momento migliore è stato quello di gioco in cui ci siamo riuniti tutti e abbiamo lanciato dei palloncini giganti”.
Incontro con il vescovo e Cresima: li conosco bene questi ragazzi del venerdì, e spesso con loro io ed i catechisti abbiamo perso la pazienza. Ma come mai quest’oggi sono così diversi, contenti e stupiti? Forse che lo Spirito Santo si sta portando avanti con loro? Che cosa c’entra lo Spirito Santo con le patate? Bisognerebbe chiederlo alle babushke delle steppe kazake! Io ho solo capito che le nonnine che mettono lo Spirito Santo nella loro minestra, anche se hanno cent’anni vedono e capiscono di più della vita di chi Dio nella vita proprio non lo vuole.
Esercizi Spirituali: tre giorni di incontri, di ascolto e di lavoro per scoprire ancora una volta che senza l’esperienza personale della misericordia, senza il rimanere fedeli al metodo che Dio continua a scegliere per farsi riconoscere dall’uomo (una storia particolare che porta, come chiave di volta, il significato e la speranza per la vita di tutti), senza il comunicare la propria vita a partire da quello che ci è successo, si rischia solo di diventare complici di mentalità in cui le cose più sacrosante sono ormai diventate irreali.
Halloween, no scusate All Hallow’s Eve: è il terzo anno che con i bambini più piccoli e i loro genitori viviamo questo momento di festa in cui al centro c’è la Pesca dei Santi: santino e dolcetto. Ognuno pesca da un mega cesto il santo che sarà il suo protettore per tutto il prossimo anno, impegnandosi a conoscerlo e a pregarlo. È un modo semplice e bello di custodire e incrementare nella vita di ciascuno quel tesoro di Grazia che è la Comunione dei Santi e la loro intercessione per tutti i nostri bisogni.
Dopo questo mese vissuto spericolatamente mi sembra di comprendere meglio le parole di Gesù a proposito di centuplo, e poiché mi sento affezionato a ciascun lettore di Nuovi Avvenimenti, non posso non estendervi l’augurio di una Vita “spericolata” sulle orme di Gesù, o se preferite di un po’ di rafting sullo stesso torrente vorticoso animato da Gesù e dal suo Spirito.
Don Alessandro